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Le cronache dal 1964 ad oggi


di Alberto Paoletti

Fin dal primo numero, e sono ormai 50 anni che questa rivista va in stampa e raggiunge le case di migliaia di leonessani in Italia e nel mondo, le cronache del nostro territorio hanno avuto uno spazio tra i più seguiti dai lettori. La missione del bollettino - immutata nel tempo - è di diffondere il sorriso di san Giuseppe ovunque si trovi un figlio della sua terra, nonché quella di trattare i temi che riguardano la sua città natale: arte, storia, tradizione, problemi, cronaca locale.

Dal 1964 ad oggi quanto pubblicato è diventato storia: storia di vita vissuta, di notizie che sono pervenute dal capoluogo, dalle frazioni e dalle altre città, che raccontano le gioie, le preoccupazioni, gli avvenimenti, gli atti compiuti dalle amministrazioni comunali che si sono succedute.

Le prime cronache che fecero la loro comparsa furono brevi, semplici ma accurate, e con un velo di ironia ficcante da addolcire anche le pillole più amare. Un lettore si lagnò di tale ermeticità: il direttore Pan, al secolo Padre Andrea D'Ascanio, così rispose: "La cronaca, sia pur minuta, interessa i nostri lettori almeno quanto gli articoli dotti. Laonde per cui meglio cronaca ed abbonati, che niente cronaca e niente abbonati" (cfr. n.6, marzo-aprile 1965). In fondo era proprio richiesto di essere brevi, precisi e compendiosi! Il titolo "Che cosa succede" - sovente accompagnato dall'immagine della facciata e del campanile di San Francesco, disegnati da Filippo da Leonessa, - oggi come ieri da il "la" alla carrellata delle cronache, elencando i nominativi dei "chi viene...", "chi va...", "chi si sposa...".

Le notizie provenienti da Leonessa erano illustrate come un diario quotidiano degli avvenimenti più importanti: Pan & C, nonché Lelio Palla, Vincenzo Palla, Dan (don Antonio Conte), Pin (Padre Nicola D'Ascanio), Dante Coderoni sono stati gli estensori che con maggiore assiduità scrissero delle cronache di Leonessa, descrivendo i fatti con essenzialità e peculiarità. Rileggendole oggi può capitare di imbattersi nella notizia della chiusura della pretura che venne aggregata a quella di Borbona (cfr. n.4, novembre - dicembre 1964), oppure nel bilancio economico di previsione del Comune di Leonessa per l'esercizio 1966 - che annoverava oltre 109 milioni di lire di spese, a fronte di entrate per 79 milioni (il disavanzo sarebbe stato coperto con "supercontribuzioni" ed un mutuo passivo di 30 milioni di lire) - ma anche il primo avviso della crisi dell'ultimo vero stabilimento di Leonessa, la ditta Bosi (cfr. n. 100, gennaio febbraio 1982), spiegata con dovizia di particolari nei numeri successivi, tra battaglie, riconversioni del sito produttivo, fino ad arrivare ai nostri giorni con gli attuali opifici.

Le cronache delle frazioni di Leonessa, inizialmente, sono demandate per lo più ai parroci - don Giuseppe Chiaretti da Ocre, don Andrea Tarticchio e padre Vito Volpe da Villa Bigioni, don Giovanni Bertassi da Terzone, padre Luigi da Cerchio da Casanova, don Antonio Conte dalle Ville del Piano, cui subentrarono dapprima padre Emilio Santella e successivamente P. Mauro Coppari - e poi con il passare del tempo ai laici di buona volontà che ne hanno raccolto il testimone. Si racconta la vita, dura, di frazioni vive, con i nati, le attività parrocchiali, gli eventuali benefattori della parrocchia, gli incidenti della vita campestre, i morti sul lavoro a causa di cadute o temporali.

Poi le problematiche inerenti il servizio fonotelegrafico: se in qualche frazione la TIMO (Telefoni Italia Medio-Orientale) stava installando

i primi centralini, in altre il ministero delle Poste e Telecomunicazioni comunicava l'importo della spesa a carico delle comunità: il servizio non era ancora stato nazionalizzato e chi lo voleva doveva pagarselo! Dopo l'avvio fanno la loro comparsa anche le cronache da luoghi più "remoti": Roma, Amatrice, fino agli Stati Uniti e la Germania, dove sovente, grazie anche a P. Mauro, abbiamo avuto notizie di Leonessani emigrati.

Cronache da monte Tilia e Campostella, corredate di immagini piene di sciatori; del tragico terremoto del 1979; sul presepio di San Francesco in onda nella notte di Natale del 1983, quando le parole di Dante Alimenti, durante la S. Messa del Papa, hanno riecheggiato sugli schermi in mondovisione; sul progetto del collegamento stradale Posta - Piediluco che si sarebbe immesso sulla strada a scorrimento veloce Rieti-Terni (solo da qualche mese è stata aperta la galleria ed il ponte sulla Valnerina che finalmente evitano le curve di Marmore); sulle diverse ipotesi del traforo Leonessa-Rieti; dalla biblioteca comunale, diretta dall'insegnante Lora Ciavarelli, con i suoi 203 tesserati.

Cronache del Gemellaggio con Gonesse, al quale è stato dedicato un numero speciale, e purtroppo anche dei molti lutti, soprattutto di giovani.

Poi ce ne sono di quelle che raccontano episodi ricorrenti, con la magia di essere sempre nuove e ricche di particolari: le feste di San Giuseppe di febbraio e quelle settembrine (tra il fervore degli anni '60 - '80 e quello di oggi, ahimè, c'è molta differenza!), le feste patronali delle frazioni, anche oggi molto vive; le più recenti manifestazioni del Palio del Velluto e della Sagra della Patata, vissute con le emozioni e gli incoraggiamenti dalla prima edizione fino alla piena maturità odierna.

Rileggendo la storia di questo territorio attraverso le cronache si evince una marcata voglia di sviluppo, di crescita e di affrancamento dalla povertà che pervade tutti; un forte attaccamento ai valori religiosi con i parroci che oltre alla cura delle anime sono dediti aiutare nella vita quotidiana i propri parrocchiani ad uscire dall'isolamento. Appare una forte unione volta a superare i problemi più importanti: sovente si legge di raccolte delle offerte per riparare le chiese, per gli elettrodotti, per i servizi telefonici, per l'illuminazione pubblica, per le quali tutti davano un contributo. Tutte iniziative che partivano dai residenti e coinvolgevano anche gli oriundi con lasciti anche cospicui che il cronachista non mancava di lodare.

Dalle cronache che trattano dell'amministrazione comunale si evince sempre una battaglia politica marcata, fatta di un duro scontro che sembra interessare i cittadini, sempre molto attenti alle decisioni prese da palazzo Mongalli. Non solo. Le notizie pervenivano anche dalle sezioni di partito, quando onorevoli e senatori della Repubblica venivano a Leonessa a recepire e parlare dei problemi del territorio. Il bimestrale è stato sempre aperto a ricevere tali contributi, riscuotendo talvolta critiche da destra e da sinistra, pur ribadendo però, fin dai primi editoriali, la terzietà che lo ha distinto da sempre.

Con il passare del tempo e la stampa su carta patinata ed a colori, anche le fotocronache con le loro didascalie essenziali, in testa il nostro direttore P. Anavio Pendenza, hanno reso più efficaci gli eventi raccontati. Oggi le cronache quotidiane da Leonessa come quelle di molte frazioni mancano al bimestrale (con l'eccezione del periodo autunnale quando raccontiamo l'estate sull'altipiano), vuoi per lo spopolamento in atto, preoccupazione anche del primo editoriale di Leonessa e il suo Santo e rinvenibile in molte cronache dalle frazioni, vuoi perché si preferisce comunicare attraverso altri mezzi, forse più immediati come possono essere un social network o un sito internet.

Eppure entrambe le tipologie non sono alternative, pur nella loro differente velocità dettata dalla periodicità bimestrale. Se però pensiamo che stiamo a festeggiare questo 50° compleanno del nostro bollettino, che ci permette in ogni momento di soffermarci sulle notizie rinvenibili consultando ogni numero (recandosi presso il Convento dei Cappuccini di Leonessa o nelle biblioteche) non c'è che da congratularsi con quanti lo hanno ideato, realizzato e vi hanno scritto, contribuendo a descrivere 50 anni di storia vissuta di Leonessa.

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