Editoriale n. 270 maggio - giugno 2010  
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Leonessa e il suo Santo
maggio - giugno 2010


Nel IV Centenario della morte di S. Giuseppe da Leonessa
quali segni lasciamo?

di Anavio Pendenza


Nel 2012, 4 febbraio, ricorrerà il quarto centenario della morte di S. Giuseppe da Leonessa. Come celebrare degnamente questo avvenimento ormai alle porte? Il Santo ha percorso la stessa strada di Cristo, ha costruito amicizia, legami umani, ha soccorso il malato, il bisognoso, il povero e il forestiero, ha fondato i Monti Frumentari, ha costruito piccole case per accogliere i malati servendoli con commovente generosità. Quando ci ritroveremo davanti al Creatore ci sarà chiesto come abbiamo amato il prossimo. Propongo alcuni segni di speranza che dovranno caratterizzare il prossimo centenario.

  • Creare lo sviluppo del Santuario. È sotto gli occhi di tutti il quasi abbandono del Santuario: non è centro di preghiera e devozione, non è meta di pellegrinaggi. Non può svilupparsi se non ci sono persone che zelano il culto. Dovranno essere i frati - già impegnati nella pastorale della parrocchia di Leonessa e frazioni - a rilanciare il Santuario. Ovviamente il Vescovo di Rieti e il Ministro Provinciale dell'Abruzzo devono - per il loro ministero pastorale - ricercare la salvezza delle anime e il vantaggio morale e sociale di tutto il popolo di Leonessa. Con questo non voglio colpevolizzare gli attuali amministratori che, con grande sacrificio, lavorano per il decoro del Santuario ma non possono essere presenti a tempo pieno perché li assorbono i compiti inerenti alla famiglia e al lavoro. È ben diversa l'organizzazione nei santuari di tutto il mondo ove il pellegrino s'immerge nell'esperienza religiosa perché trova un ambiente predisposto a favorire l'annuncio, il culto e l'amministrazione del sacramento della penitenza. Solo i sacerdoti, i religiosi e le religiose - per la loro vocazione - possono donare tutto questo a tempo pieno e svolgere un'alta opera educativa.


  • immagine San Giuseppe Rilanciare la festa in onore del Santo. In questi ultimi anni la festa è molto scaduta; i pochi organizzatori, e sempre gli stessi, incontrano serie difficoltà a mettere in piedi qualche manifestazione ricreativa. Perché non prolungare le manifestazioni dell'estate leonessana fino alla seconda domenica di settembre, già festa del Santo? Il parroco, la comunità parrocchiale e le varie associazioni del luogo dovrebbero essere gli artefici della festa. Che ritorni ad essere la festa con molti appuntamenti di carattere spirituale, religioso e ricreativo, la festa di una comunità che guarda in avanti con fiducia e speranza, che rinnova il suo impegno di crescita e di testimonianza nella comunione e nella dignità di ogni persona.


  • Convegno dedicato alla figura del Santo. Già da quest'anno ci sarà nella vigila della festa un convegno sull'usura. P. Orante Elio D'Agostino - che da anni s'impegna nella traduzione dei manoscritti del Santo - saprà ben comunicare la sua competenza e sapienza.

Altri segni. Nella vita cristiana ci sono altri segni che aiutano a scoprire se una determinata azione è secondo lo spirito del Vangelo. Aspetto dai devoti validi contributi per diffondere la perenne attualità del messaggio del Santo. Ci auguriamo che questo centenario possa costituire un'occasione di ripresa di vita cristiana basata sulle virtù umane di cui il Santo fu testimone.
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