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"Continuiamo"
Ripartire, è l'invito che viene dal tempo pasquale dopo la mestizia del venerdì santo e il silenzio del sabato santo;
ripartire, è lo stimolo che suscita in noi la primavera dopo le rigide giornate invernali;
ripartire, è il desiderio unanime di superre la crisi di valori che attanaglia il mondo intero;
ripartire, è lo spirito con il quale ogni cristiano intende voltare pagina dopo momenti di aridità e fatica;
ripartire, è la spinta che anima i sentimenti di tutti noi che desideriamo la continuità della rivista Leonessa e il suo Santo
dopo perdita del caro padre Anavio."
Così P.Orazio e P.Carmine hanno iniziato l'editoriale sul numero 317, marzo - aprile 2018 che ha già raggiunto le case di tutti gli abbonati:
a breve anche il sito sarà aggiornato con i relativi contenuti.
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Il sito è stato aggiornato con i contenuti del numero 316,
gennaio - febbraio 2018,
della rivista Leonessa e il Suo Santo
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P. Anavio Pendenza ci ha lasciati.
Oggi, 20 marzo 2018, si è spento dopo una malattia scoperta la scorsa estate che in pochi mesi lo ha condotto alla casa del Padre.
Fino alla fine con la tenacia e la caparbietà che lo contraddistingueva è stato sul suo computer ed ha licenziato - accelerandone l'uscita - anche il primo numero
di Leonessa e il Suo Santo del 2018.
A settembre avrebbe compiuto 76 anni, 49 dei quali trascorsi da frate cappuccino, quasi tutti nel convento di Leonessa. Frate, professore di religione, parroco, fotografo, amante come pochi della montagna leonessana che conosceva palmo a palmo, ma soprattutto amico.
Tantissime le volte che ci siamo trovati fianco a fianco ad impaginare la rivista, i libri delle splendide immagini di Leonessa. Pignolo, preciso, puntuale teneva molto alla "sua" Leonessa che ha fotografato e descritto come pochi, fissandone su pellicola e su carta pregi e difetti.
Mi mancherà l'amicizia, i confronti che avevamo sui temi più disparati e quell'ultimo sguardo di ieri sul letto d'ospedale che è valso più di mille parole.
Sull'ultimo editoriale ha scritto:
"Cari leonessani, non rassegnamoci ma combattiamo le difficoltà per rendere migliore Leonessa. E ricordiamoci che "Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo" (Seneca). "
Ci proveremo.
Buon Viaggio P.Anavio, parroco ed amico!
Alberto Paoletti
L'ultimo editoriale
"Quello che non si osa dire ... è scritto sulla nostra rivista dal 1964!"
di Anavio Pendenza
Dopo aver letto con interesse alcuni articoli
del primo numero 1990 della
nostra rivista, ho avvertito il desiderio
di condividere con i nostri lettori alcune riflessioni.
E la prima è scaturita dalla lettura dell’articolo
del sindaco Ing. Galafro Conti, dal titolo
"Onestà di informazione":
"La rivista «Leonessa e il suo Santo»
rappresenta il cordone ombelicale tra la città e le
migliaia di leonessani sparsi un po’ per tutto il
mondo. Essa, entrando nelle famiglie, tiene
informati tutti sulle vicende e le iniziative di casa
nostra ed è capace di far prendere coscienza ad
ognuno delle possibilità di sviluppo sociale,
culturale ed economico del nostro comune. Per
questi motivi abbiamo il dovere di amarla e
sostenerla per garantirgli secoli di vita. Perché
questo si verifichi è necessario che la rivista
rimanga libera e obiettiva e rifugga dalle
strumentalizzazioni e dalle notizie tendenziose".
Tali parole mi comunicano sia l’entusiasmo
per continuare ad editare la rivista e sia il bisogno
di comunicare con serenità ai nostri lettori
tutto ciò che riguarda la vita di Leonessa di ieri
cercare soluzioni per piccoli e grandi problemi
della comunità e i sindaci scrivevano sulla nostra
rivista, con un linguaggio pacato, per informare
i cittadini sulle scelte più importanti e per spronarli
a partecipare ad alcuni consigli comunali
aperti. Oggi non esiste più quel giusto confronto
perché manca il dialogo per cogliere le
necessità del quotidiano del cittadino e della comunità.
Le cause di questo malessere sono numerose,
mi soffermo tuttavia su una che ritengo
fondamentale: il non avvicendamento di alcune
persone alla direzione dei ruoli più rappresentativi
sia nell’ambito civile che in quello religioso.
Mi è capitato di ascoltare alcune persone
delle Istituzioni che in momenti di sconforto si
sono espresse più o meno con queste parole:
"Forse gli altri potranno fare meglio di noi ...
Forse, dopo tanti anni di responsabilità, siamo
stanchi e abbiamo bisogno di riacquistare l’armonia
con noi stessi, con gli altri e con Dio ... Forse
dobbiamo promuovere la presenza delle donne
nelle nostre istituzioni ...".
Facendo poi un confronto fra i collaboratori
del 1990 con quelli di adesso, ho notato che in
quegli anni erano numerosi coloro che scrivevano
sulla nostra rivista, e attraverso i loro articoli
si allacciavano rapporti umani con la
redazione e con tutta la comunità leonessana.
Oggi invece i collaboratori si possono contare
sulla punta delle dita. E questo mi porta a fare
la seguente amara constatazione: i nostri lettori
e in particolare i giovani hanno perso l’entusiasmo
di scrivere per il bene del loro paese perché
già sanno di non essere ascoltati da chi amministra
la "cosa pubblica".
E tale convinzione produce
nella loro coscienza la sfiducia nelle
istituzioni e il rifiuto dell’autorità.
Ho letto poi la rubrica "Franciscu e Pippinu",
due «compari» che facevano sorridere anche
quando parlavano di cose che non andavano
bene a Leonessa, e allora lo potevano fare anche
con parole pungenti, ma il risultato era scontato:
i leonessani residenti e oriundi erano uniti
e pieni di creatività.
Da decenni manca questa
rubrica perché le nuove generazioni hanno perso il dialetto, e così Leonessa non ha più un
valido strumento di interazione sociale di attualità
della loro cittadina, fatta di contraddizione
ma anche di tradizione e di valori genuini.
Un’ultima osservazione che vorrei fare, e non
meno importante, è questa: nella rivista di oggi
mancano le cronache. Le cause possono essere
attribuibili allo spopolamento, ai social network
o a un sito internet.
Ma questi nuovi rapporti
sociali non devono allontanare i nostri giovani
dalla rivista, strumento utile per conoscere la
vita della nostra comunità, per riflettere sugli avvenimenti
del nostro tempo e per raccontare notizie
ed esporre opinioni. Questi elementi sono
la «bussola» che orienta il cittadino verso un autentico
pluralismo.
Cari leonessani, non rassegnamoci ma combattiamo
le difficoltà per rendere migliore Leonessa.
E ricordiamoci che "Le difficoltà
rafforzano la mente, come la fatica rafforza il
corpo" (Seneca).
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Il sito è stato aggiornato il programma dei
festeggiamenti in onore di San Giuseppe da Leonessa
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Il sito è stato aggiornato con i contenuti del numero 315,
novembre - dicembre 2017,
della rivista Leonessa e il Suo Santo
Il nuovo calendario 2018
può essere scaricato dalla sezione download
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